Ogni anno in Svizzera si verificano 250 mila infortuni professionali, che causano circa 100 morti. Ma cosa nascondono queste cifre? Abbiamo cercato di capirlo con un censimento degli infortuni sul lavoro verificatisi in Ticino nel 2010 e che proponiamo di seguito. Con l'avvertenza che si tratta di un elenco molto parziale, in quanto tiene conto soltanto degli infortuni di cui si è avuta notizia per un comunicato stampa della polizia o perché altrimenti resi noti dai media. È dunque solo la punta dell'icberg - ma assomiglia già ad un bollettino di guerra. A partire da alcuni casi significativi proponiamo poi in corsivo degli spunti di riflessione (che, mancando informazioni di dettaglio, non rappresentano un'interpretazione di quanto accaduto nei singoli casi). Nell'articolo a parte infine proponiamo le considerazioni più generali di un esperto di sicurezza sul lavoro.

Mendrisio – martedì 5 gennaio, ore 19.15: una commessa 42enne del Foxtown al termine del lavoro viene investita mortalmente mentre si reca a piedi al posteggio aziendale.

Troppo spesso nella pianificazione di edifici, infrastrutture e servizi si pensa molto alle esigenze del cliente, ma poco a quelle di chi poi vi lavora. Alcuni esempi: edifici architettonicamente ineccepibili, ma dove la manutenzione è difficile o pericolosa; cantieri autostradali, dove la priorità è data alla fluidità del traffico, più che alla sicurezza di chi lavora ai bordi delle corsie; orari di apertura dei negozi rispettosi delle esigenze dei clienti, ma problematici per la salute delle venditrici.

 

Quartino – giovedì 14 gennaio, ore 15.50: un operaio è colpito da una violenta scarica elettrica riportando diverse ustioni, si salva grazie ai colleghi che staccano la corrente.

 

Palagnedra – giovedì 14 gennaio, ore 16.30: preso a calci da un toro, un contadino subisce la frattura di una gamba.

 

Rivera – mercoledì 20 gennaio, ore 15.00: un istruttore delle guardie di confine in un poligono di tiro si spara accidentalmente ad una gamba ferendosi di striscio ed è ricoverato in ospedale.

 

Savosa – martedì 2 febbraio, ore 8.30: due operai di 31 e 33 anni di un cantiere posto in parte sulla strada sono investiti da un'automobile; sono ricoverati con gravi ferite ma la loro vita non è in pericolo.

La pianificazione dei lavori è fondamentale per la prevenzione degli infortuni. In casi simili si è pensato a mettere in sicurezza il cantiere, ma non si è pensato abbastanza ai rischi possibili provocati a e da "terzi". Uno studio a livello europeo ha rivelato che le cause di due infortuni professionali mortali su tre sono da attribuire a decisioni prese prima dell'inizio dei lavori: tempi calcolati male; materiale sbagliato o insufficiente; manodopera non sufficientemente informata e istruita; ecc.

 

Gerra Verzasca – sabato 6 febbraio, ore 13.00: cadendo dal tetto di una casa in costruzione un operaio si ferisce in modo non grave.

 

Genestrerio – mercoledì 10 febbraio, ore 12.00: 15 operai della fabbrica Swatch lamentano malori quali occhi irritati, mal di gola, eritemi, tosse e febbre; 12 devono rimanere a casa in malattia. Misteriose le cause.

Il problema delle sostanze nocive sui posti di lavoro è tutt'altro che risolto. Ecco alcuni campi d'intervento: sostanze di cui si conosce la nocività, ma per le quali non si applicano misure di protezione (o peggio: che non si sostituiscono con prodotti alternativi esistenti); sostanze il cui effetto devastante viene progressivamente dimenticato: è il caso dell'amianto presso i giovani lavoratori che vi possono essere esposti in lavori di ristrutturazione, ecc.; nuove sostanze di cui non si conoscono gli effetti a lunga scadenza (in particolare tutto il campo delle nanotecnologie).

 

Personico – lunedì 22 febbraio, ore 15.15: un apprendista pittore di 16 anni cade dal ponteggio non in regola di una casa in ristrutturazione da un'altezza di 6 metri e riporta ferite gravissime.

Sono ancora troppi gli infortuni fra i giovani lavoratori. Il tasso di infortuni professionali fra gli apprendisti è del 70 per cento più alto di quello dei lavoratori qualificati dello stesso settore. Con la nuova Legge sulla formazione professionale – anche grazie alle pressioni dei sindacati – la sicurezza sul lavoro degli apprendisti è stata regolamentata in modo più dettagliato e vincolante. Ora si tratta di applicare queste nuove norme. Un problema simile ma irrisolto è quello dei lavoratori interinali, come gli apprendisti spesso nuovi in una professione.

 

Lugano – lunedì 22 febbraio, ore 18.00: alcuni operai, nel tentatvo di spegnere un incendio sviluppatosi nel locale caldaia di una carrozzeria, rimangono intossicati dal denso fumo acre; uno di loro è ricoverato in ospedale.

 

Lugano – martedì 23 febbraio, ore 15.00: 15 operai rimangono intossicati dall'incendio sviluppatosi in un garage, nessuno è ricoverato.

 

Chiggiogna – lunedì 8 marzo, ore 22.00: alla stazione un operaio 48enne delle ferrovie rimane intrappolato fra due binari fratturandosi la tibia e il perone destri.

 

Massagno – martedì 16 marzo, ore 10.00: su un cantiere un giovane operaio è colpito di striscio da un pezzo di metallo caduto da un'altezza di circa due metri e riporta ferite leggere.

 

Lugano – giovedì 18 marzo, ore 9.00: sul cantiere di un ponte un operaio inciampa e cade a terra battendo il capo; è ricoverato all'ospedale ma grazie al casco le sue ferite non sono gravi.

 

Vezia – martedì 23 marzo, ore 15.30: un operaio del cantiere della galleria Vedeggio-Cassarate è travolto da dei casseri caduti da una gru rimanendo parzialmente schiacciato e con le gambe intrappolate; è ricoverato in gravi condizioni ma non in pericolo di vita.

 

Orselina – giovedì 25 marzo, ore 10.40: un meccanico 51enne che esegue lavori di manutenzione nella sala macchine della filovia Orselina-Cardada cade da una scala per 4 metri; per lui commozione cerebrale e alcune contusioni.

 

Grancia – mercoledì 31 marzo, ore 10.45: sul cantiere del cunicolo di sicurezza del tunnel del San Salvatore un operaio che lavora ad un muro esterno cade dall'impalcatura per alcuni metri e si ferisce gravemente; la sua vita non è in pericolo.

 

Lamone – martedì 6 aprile, ore 7.40: in una falegnameria un operaio di 46 anni, salito sopra il locale verniciatura per avviare un compressore, cade da un'altezza di 3 metri per il cedimento della struttura, riportando lievi ferite.

Evidente in questo elenco il problema delle cadute sui posti di lavoro. Evidente anche come le conseguenze di una caduta non dipendono dall'altezza da cui si cade (3 metri: lievi ferite in questo caso; 1,6 metri: ferite piuttosto gravi nel caso di Quartino del 31 maggio). La conclusione è una sola: vanno prese tutte le misure di protezione, indipendentemente dall'altezza di una possibile caduta. A livello europeo si sta discutendo l'obbligo di misure di protezione contro le cadute a partire da un metro di altezza.

 

Mendrisio – lunedì 12 aprile, ore 13.30: un cameriere 31enne cade dalle scale che portano alla cantina del ristorante procurandosi ferite serie alla schiena e a una spalla.

 

Origlio – lunedì 12 aprile, ore 15.45: un giovane operaio perde l'equilibrio sul balcone di un albergo in ristrutturazione e cade diversi metri ferendosi in modo serio.

 

Cadenazzo – mercoledì 14 aprile, ore 21.30: allo scalo merci della stazione Ffs due manovratori cadono da un vagone in smistamento urtato con violenza da una locomotiva; si feriscono, uno in modo grave.

 

Camorino – venerdì 16 aprile, ore 16.00: travolto da del materiale staccatosi dalla parete del tunnel del Monte Ceneri, un operaio di Alptransit è ricoverato in prognosi riservata con ferite piuttosto gravi ed è messo in coma farmacologico.

 

Gordola – lunedì 19 aprile, ore 15.45: mentre esegue lavori su un rimorchio all'interno di un capannone, un operaio perde l'equilibrio e cade al suolo procurandosi ferite di media gravità.

 

Canobbio – giovedì 22 aprile, ore 10.00: un macellaio di circa 50 anni del centro Coop Resega si accascia al suolo per un malore e muore.

 

Verscio – sabato 1 maggio, ore 19.00: un attore 74enne durante uno spettacolo cade in scena fratturandosi due vertebre.

 

Morbio Inferiore – lunedì 3 maggio, ore 8.45: un operaio che esegue lavori sul tetto di una casa in costruzione cade da un'altezza di 10 metri procurandosi ferite di una certa gravità.

 

Vezia – martedì 4 maggio, ore 9.00: nel tunnel in costruzione della Vedeggio-Cassarate un macchinario con a bordo due operai si rovescia sbalzandoli a terra; per i due ferite non gravi.

 

Ronco sopra Ascona – lunedì 10 maggio, ore 2.45: intervenuto per spegnere l'incendio di una casa un pompiere riporta leggere ustioni.

 

Mezzovico – lunedì 10 maggio, ore 13.40: leggere ferite per l'autista di un camion che in una discarica si rovescia su un fianco.

 

Faido – mercoledì 10 maggio, ore 9.50: nella galleria di Alptransit due operai di 27 e 40 anni riportano ustioni di secondo grado al viso e agli arti per l'esplosione di una bombola che avevano lasciato vicino ad una fonte di calore.

 

Cadenazzo – giovedì 20 maggio, ore 10.00: sul cantiere di una casa in costruzione un operaio 53enne intento a fare la gettata è improvvisamente colpito dal tubo per la colata del cemento; sbalzato sui ferri dell'armatura, muore sul posto.

Negli ultimi dieci anni in Svizzera vi è stato un calo del 20 per cento degli infortuni professionali. Ma il calo è stato inferiore per gli infortuni gravi (decessi o invalidità). Ecco perché è stata lanciata la campagna "250 vite" che intende dimezzare nei prossimi dieci anni il numero di infortuni professionali gravi, salvando così 250 vite. Elemento-chiave della campagna: quando una misura vitale di protezione è assente o insufficiente tutti hanno il diritto (e il dovere) di dire "Stop!": i lavori sono interrotti, la sicurezza è ristabilita e solo allora si continua a lavorare.

 

Airolo – sabato 22 maggio, ore 15.00: un giovane alla guida di uno scavatore gommato che, per lo spegnimento del motore, è rimasto senza freni, si getta dal mezzo in corsa ferendosi leggermente.

 

Quartino – lunedì 31 maggio, ore 11.30: a una stazione di servizio un 61enne che effettua delle misurazioni su una scala appoggiata al muro cade da un'altezza di 1,6 metri ferendosi in modo piuttosto grave.

 

Lugano – lunedì 7 giugno, ore 13.00: mentre usa la sega circolare un operaio del cantiere del Nuovo centro culturale si taglia una mano.

 

Bodio – giovedì 17 giugno, ore 2.45: un operaio nel tunnel di Alptransit cade procurandosi ferite di una certa gravità alle gambe.

 

Cadenazzo – giovedì 17 giugno, ore 16.30: travolto da un cassero staccatosi da una gru un operaio si ferisce in modo grave sul cantiere di una palazzina in costruzione.

Negli ultimi dieci anni sono stati formati oltre 10 mila gruisti con l'obiettivo di promuovere la sicurezza sui cantieri. Ora ci si rende conto che vanno prese misure specifiche relative all'interazione gruista - lavoratori. Concretamente: il gruista deve avere a disposizione un lavoratore istruito per agganciare i carichi e deve poter rifiutare il trasporto se vi è il rischio che il carico possa staccarsi. Partendo da una richiesta concreta dei gruisti su questi aspetti, Unia, Syna, Ssic e Suva realizzeranno l'anno prossimo direttamente su una serie di cantieri-pilota un progetto di sensibilizzazione su queste tematiche.

 

Faido – giovedì 24 giugno, ore 13.30: caduto dal treno di cantiere all'interno della galleria Alptransit un collaboratore di direzione di 46 anni è travolto dal convoglio rimanendo ucciso sul posto.

 

Camorino – venerdì 3 luglio, ore 16.00: in una giornata molto calda un operaio 45enne di Alptransit che esegue lavori all'esterno del tunnel del Monte Ceneri è colto da malore e muore.

Questo caso attira l'attenzione sulla questione del caldo, del freddo, dell'ozono, della pioggia, della neve, ecc. sui posti di lavoro. Quali le misure di protezione necessarie? E soprattutto: in quali casi il lavoro non è più possibile e deve essere interrotto? Norme più precise e vincolanti sono indispensabili.

 

Pura – lunedì 5 luglio, ore 8.45: un operaio di 65 anni mentre posa delle piode su un muro di una casa in costruzione inciampa e cade fratturandosi il femore.

 

Iragna – lunedì 12 luglio, ore 13.20: colpito accidentalmente alla fronte dal cubotto di granito lanciato da un collega di lavoro un cavista riporta una leggera ferita.

 

Tenero – martedì 13 luglio, ore 11.00: si ferisce in  maniera leggera il manovratore di uno scavatore che si rovescia mentre lavora alle fondamenta di una casa.

 

Ascona – giovedì 15 luglio, ore 15.50: sul cantiere di una casa in costruzione cadendo da un'altezza di 3 metri su un cassero in metallo un operaio di 50 anni si procura serie ferite.

 

Sorengo – martedì 20 luglio, ore 10.10: lavorando con un solvente e un apparecchio riscaldante sul cantiere di una palazzina un operaio 33enne si ustiona in modo piuttosto grave quando i vapori della sostanza improvvisamente si infiammano.

 

Lamone – martedì 20 luglio, ore 13.40: cadendo dalla scala di una benna tritarifiuti da un'altezza di 2 metri un operaio di 38 anni si ferisce leggermente.

 

Losone – giovedì 29 luglio, ore 8.50: mentre sta scaricando un compressore sul tetto di un edificio in costruzione un carpentiere di 46 anni perde l'equilibrio precipitando per 8 metri e riportando gravi ferite.

 

Peccia – giovedì 29 luglio, ore 10.10: mentre con un collega sta alzando un vecchio paracarro sul ciglio della strada un operaio di 48 anni perde l'equilibrio e cade da un muro alto 2,5 metri fratturandosi la gamba.

 

Vico Morcote – venerdì 30 luglio, ore 11.50: in un cantiere scendendo da un muro alto 1,5 metri un operaio 49enne si infortuna procurandosi leggere ferite.

 

Stabio – venerdì 30 luglio, ore 17.00: salito su un albero con una motosega per tagliare dei rami, un giardiniere cade ferendosi in modo grave alla testa; la sua vita non è in pericolo.

 

Locarno – lunedì 2 agosto, ore 12.30: un 59enne che sta allestendo una sala per il Festival del film cade da un'altezza di 4,5 metri fratturandosi una gamba.

 

Ascona – giovedì 26 agosto, ore 10.20: mentre sta montando dei serramenti all'esterno di uno stabile un operaio di 41 anni cade da un'altezza di 2 metri sul ponteggio sottostante ferendosi in modo non grave.

 

Cureglia – giovedì 26 agosto, ore 10.50: su un cantiere un escavatore si ribalta su un fianco, il manovratore 34enne tenta di scendere prima che il mezzo si ribalti ma rimane schiacciato sotto il tettuccio procurandosi serie ferite ad una gamba.

 

Bioggio – mercoledì 8 settembre, ore 11.10: mentre esegue la revisione di un impianto di condizionamento dell'aria di un'azienda un operaio di 34 anni cade da una scala a pioli da un'altezza di 2 metri fratturandosi l'anca e un gomito.

 

Chiasso – martedì 21 settembre, ore 15.00: cadendo dal davanzale di una palestra in costruzione un operaio 50enne si frattura una vertebra.

 

Sigirino – mercoledì 22 settembre, ore 2.15: un minatore di 54 anni muore colpito da un blocco di roccia fatto cadere da un macchinario di scavo nel cantiere del tunnel di Alptransit.

 

Sigirino – domenica 26 settembre, ore 2.30: mentre prepara un brillamento nel tunnel di Alptransit un operaio di 42 anni è colpito alla schiena da un masso staccatosi dalla volta ancora grezza, riportando ferite non gravi.

 

Camorino – martedì 5 ottobre, ore 14.30: sul cantiere di Alptransit leggere ferite per un operaio 62enne alla guida di un escavatore che, per il cedimento del terreno, si rovescia su un fianco.

 

Biasca – giovedì 14 ottobre, ore 7.40: la lama di un macchinario per il taglio del legname recide la mano destra all'altezza del polso ad un falegname di 41 anni.

 

Bellinzona – martedì 26 ottobre, ore 10.40: mentre è sul telone di un semirimorchio, l'autista di un autoarticolato cade all'interno del mezzo da un'altezza di 3 metri ferendosi gravemente al volto.

 

Capolago – venerdì 29 ottobre, ore 13.10: su un cantiere stradale un operaio di 53 anni è travolto da un escavatore in retromarcia; gravemente ferito, rischia la vita.

Infortuni di questo tipo non sono rari. Tant'è vero che ad esempio in Germania su pressione dei sindacati è in corso una campagna per far installare delle videocamere per la retromarcia sulle macchine da cantiere – una misura efficace e a basso costo.

 

Peccia – mercoledì 3 novembre, ore 9.20: un operaio di 22 anni mentre sta smontando il tetto di un capannone cade da un'altezza di 6,5 metri procurandosi ferite gravi.

 

Camorino – venerdì 12 novembre, ore 14.45: mentre si trova in un fosso un operaio di 33 anni rimane schiacciato da un blocco di cemento di 750 chili in fase di spostamento, riportando fratture multiple a una gamba.

 

Bedano – lunedì 29 novembre, ore 16.20: in una tipografia un 47enne, lavorando con una stampatrice, riporta una grave ferita ad una mano.

 

Cadro – martedì 30 novembre, ore 9.30: fermo con il suo furgone su un ponticello per scaricare del materiale, un 60enne perde l'equilibrio e cade all'indietro da un'altezza di 2 metri nel riale sottostante ferendosi in modo grave.

 

Moleno – lunedì 6 dicembre, ore 11.30: su un'area di sosta dell'autostrada viene rinvenuto il cadavere di un autista 38enne nella cabina del suo Tir; si ipotizza un'intossicazione o un malore.

Si sottovaluta troppo spesso il problema delle persone che lavorano da sole. Qualche anno fece scalpore in Francia il caso di una donna delle pulizie rimasta intrappolata per due giorni in un ascensore bloccatosi prima di un week-end nell'edificio in cui puliva gli uffici. In un mondo del lavoro in cui il personale viene continuamente ridotto, senz'altro un aspetto su cui riflettere maggiormente.



«Ed è solo la punta dell'iceberg»

In Ticino accadono 10 mila infortuni all'anno sul lavoro. Della stragrande maggioranza di loro non si ha notizia. Solo alcuni, quelli più gravi, finiscono sui giornali, perché la polizia li segnala. Quest'anno è capitato in 63 casi, che riportiamo nell'elenco pubblicato su queste pagine. Esso rappresenta lo 0,6 per cento degli infortuni sul lavoro accaduti quest'anno in Ticino. «È proprio solo la punta dell'iceberg», commenta Dario Mordasini, responsabile per il sindacato Unia del dossier della salute e della sicurezza sul posto di lavoro, «ma è un elenco comunque impressionante», aggiunge.
Poco sorprendente per l'esperto è la preminenza delle cadute nei tipi di infortunio registrati. «Questa statistica conferma che fra gli infortuni con conseguenze gravi le cadute sono la prima causa su cui intervenire. Purtroppo constatiamo che le misure di prevenzione contro le cadute sono ancora lacunose. Con conseguenze poi a volte drammatiche», commenta Mordasini. È per questo che nella campagna "250 vite", lanciata dalla Suva con le autorità competenti e i partner sociali, le cadute sono un campo d'intervento prioritario.
Le cadute spesso sono banali. Non è necessario cadere dal tetto di un edificio per farsi molto male, come ben dimostra questo censimento: bastano una scala o un parapetto. «Il problema è che mentre si sta cadendo, è praticamente impossibile controllare le conseguenze dell'evento: è più grave cadere da ottanta centimetri su un chiodo che da 4 metri atterrando sulle proprie gambe su un prato. Troppo spesso si sottovaluta questo aspetto. Ci si dice che si deve salire soltanto per un momento là sopra a fare un lavoro veloce, e si dimentica che basta un attimo per cadere», osserva Mordasini.
Ma cosa dire del caso del giovane operaio che il 3 novembre stava smontando un tetto ed è precipitato da 6,5 metri di altezza? Per l'esperto non ci sono dubbi: «In un caso così si può essere sicuri che sono state infrante delle importanti regole di sicurezza». Perché se si rispetta le regole non si cade da 6,5 metri: si può cadere, ma finendo in una protezione, o perché si è direttamente assicurati oppure perché si cade per un paio di metri finendo sul ponteggio.
Seconda causa di infortunio grave nel 2010 in Ticino sono stati gli oggetti o i materiali finiti addosso a dei lavoratori. Per Mordasini «sono molto rivelatori gli incidenti accaduti con carichi staccatisi dalle gru». Il guaio è che troppo spesso è il gruista che deve agganciare il carico e guidare la gru, oppure, se può concentrarsi sul suo lavoro di guidare la gru, è aiutato per le operazioni di carico e scarico da personale non formato. «I problemi più grossi si incontrano quando un gruista deve interagire con operai del settore secondario delle costruzioni, come falegnami, lattonieri, piastrellisti. Troppo spesso i titolari di ditte attive in questo settore affittano la gru sul cantiere, ma poi non sono disposte a formare il loro personale», annota Mordasini. Eppure le regole sono chiare: chi aggancia un carico ad una gru dev'essere formato.
Intanto si rovesciano anche tanti mezzi da cantiere. È un problema di formazione? Per l'esperto di Unia sì, dato che i macchinari da un punto di vista tecnico sono molto progrediti. Mentre 30 o 40 anni fa una delle cause principali degli infortuni erano lacune tecniche dei mezzi di lavoro, oggi il numero di infortuni che questi provocano si aggira attorno al 5 per cento. «A causare l'infortunio è dunque quasi sempre il modo in cui si usano i mezzi tecnici: perché si è sotto pressione o perché la formazione non è adeguata», annota Mordasini. E, a differenza dei gruisti, non c'è una formazione esterna standardizzata per chi guida macchine da cantiere, tranne in quattro cantoni della Svizzera francese dove tale formazione è obbligatoria. Un analogo problema di istruzione lo si ha per chi guida i muletti nei depositi e nelle ditte di logistica.
Dove accadono gli infortuni? Più  spesso nelle zone discoste che nei centri urbani, specialmente nell'edilizia. Il censimento che pubblichiamo riporta pochi infortuni nelle città. «I funzionari Unia che girano nei cantieri confermano che si trovano condizioni molto più critiche fuori dalle città», osserva Mordasini. Questo perché il controllo sociale in città è maggiore, e vi si trovano i cantieri più grossi, più controllati e meglio attrezzati sotto il profilo della sicurezza.
Infine il momento in cui accadono gli infortuni. Il lunedì sembra essere il giorno più pericoloso.
«Questo censimento conferma altre statistiche», dice Mordasini: «al lunedì si riprende il lavoro, spesso ritrovandosi con situazioni nuove e un'organizzazione del lavoro diversa rispetto a quella che si conosceva. Il lunedì si deve quindi improvvisare molto di più che non verso la fine della settimana». Mentre anche dagli infortuni accaduti in Ticino nel 2010 risulta che più si avanza nella giornata più aumenta il rischio di farsi male: perché si è più stanchi, ma anche perché si ha fretta di finire il lavoro in corso.

Pubblicato il 

17.12.10

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